martedì 20 dicembre 2011

Una vera chicca!

Ultimamento ho trovato questa superchicca:



Sono rimasto assolutamente spiazzato perché non solo è uno stravolgimento dell'originale di Tenco ma è anche assolutamente diverse da altre interpretazioni che Capossela ha presentato di canzoni di Tenco. Probabilmente interpretare un pezzo stra-stra-stra noto ha spinto Vinicio a rischiare il "delitto di lesa maesta". Bravo Vinicio!

PS: l'interpretazione di Capossela è stata pubblicata in un disco, Inediti, che raccoglie tutta una serie di rarità di Tenco, incluse alcune cover.

lunedì 19 dicembre 2011

Cesaria Evora è morta, viva Cesaria Evora


L'altro ieri è morta Cesaria Evora. Le testata più prestigiose del nostro paese sono state colte da un furore creativo straordinario:

la Repubblica:



il Corriere della Sera:

Umberto D.

Scarno. E' l'aggettivo che viene in mente dopo aver visto questo film di Vittorio De Sica. Ridotti al minimo i personaggi: Umberto, la servetta Maria, poi la padrona di casa e una serie di comprimari, e il cagnolino Flaik. Anche l'azione è semplice, lineare così come la recitazione assolutamente al di sotto delle righe. Ma nulla di tutto ciò è un difetto, anzi è proprio l'anima del neorealismo italiano allo stato più puro che, quasi completamente privo di retorica pone la semplice realtà della sofferenza sociale in primo piano. Forse, con uno sguardo retrospettivo,ciò che colpisce è la costanza con cui lo Stato e la società italiana non è in grado di prendersi cura dei propri "ultimi". A dire il vero Umberto non è neanche uno degli ultimi è un ex impiegato statale, la cui pensione non basta più per mangiare e pagare l'affitto. Colpisce comunque, si diceva vedere che, come un filo rosso, la fatica dei pensionati segna tutto la storia della repubblica e dei mal riusciti tentativi sociali. Se lo stato ne esce male, la borghesia ne esce peggio. La padrona di casa è una persona assolutamente spregevole, chiusa nel suo egoismo e nella voglia di godersi i piccoli lussi piccolo-borghesi anche a costo di buttare per strada un vecchio (figuriamoci, ne ha il diritto...). Lo stesso egoismo di tutti gli "amici" di Umberto che alle sue, appena accennate, richieste di prestito opponevano una totale indifferenza.
Un cenno va fatto a Flaik il cagnolino. E' certamente la relazione più profonda che ha Umberto, assolutamente superiore, ad esempio di quella con Maria, pur piena di paterno affetto e calore umano. Nella semplicità, nella linearità del suo comportamento, sembra essere quasi il simbolo della ragionevolezza. Più dei borghesi, ma più anche del suo padrone che nutre per questo cane un amore forse eccessivo, più di Maria che non sa chi è il padre del suo bambino. Sarà per questo che mi è venuta in mente la canzone di Rino Gaetano: " Chi mi dice 'ti amo'? Chi mi dice 'ti amo'? Ma togli il cane, escluso il cane, non rimane che gente assurda, con le loro facili soluzioni".