domenica 26 luglio 2009

Baciami, stupido

Qual'è il confine del lieto fine? E' questa la domanda che sorge alla fine di Baciami stupido di Billy Wilder. Fino a che punto si può sostenere che sia lieto un finale in cui tutto ciò che si raggiunge è il completo rovesciamento delle aspettative morali dei personaggi del film? E' davvero lieto un fine in cui non c'è spazio per i buoni sentimenti? In questa divertente commedia, in fin dei conti, non ci sono neanche personaggi davvero umani, ma non c'è neanche la tipizzazione tipica delle maschere della commedia, quanto piuttosto uno slittamento della loro caratterizzazione. Il marito innamorato e gelossissimo diventa semplice parte di un meccanismo da lui non controllato e diventa traditore ma anche tradito. La moglie, altrettanto innamorata, dopo aver scoperto che neanche la famiglia è un rifugio possibile finisce per prendere il posto della prostituta, senza peraltro pentimento nè ripensamento. La prostituta, che forse è l'unico personaggio che sembra avere dei sentimenti, non vede comunque realizzarsi il sogno di un marito e di una famiglia, ma realizza quello, decisamente più materiale, della macchina, con cui muovere la sua roulotte.
Il messaggio sottilmente amaro, e di serrata critica alla società dello spettacolo, trae la sua forza proprio nel mostrare che l'unico successo possibile è quello materiale, non la realizzazione morale o ideale. anche il marito che sembrava aver difeso con estremo vigore l'onore della "moglie" contro la pretesa della star di comprare una notte di sesso, in realtà da un lato sta difendendo l'onore della prostituta, Polly la bomba (una magnifica Kim Novak), e dall'altro accetta, in ultima analisi, il fatto che la propria moglie si sia concessa per una canzone. Emblematici in questo senso sono anche i due personaggi del benzinaio-paroliere e di Dino il cantante. Sia l'uomo di successo hollywoodiano che il piccolo commerciante della più desolata provincia americana hanno come unico scopo di vita il successo, l'arrivare, senza assolutamente riguardo al mezzo. E sono di fatto gli unici personaggi lineari, che raggiungono il loro scopo senza significative complicazioni.
Insomma, sembra dirci Billy Wilder, non c'è spazio per i buoni sentimenti, che al più, sono facciate che preservano le apparenze buone solo per i preti e la vecchie bigotte. L'etica protestante viene davvero travolto in questo film, perchè da un lato la famiglia non è che una scatola che può venire riempita, svuotata, e messa in un cassetto alla bisogna dall'altro la realizzazione professionale non avviene attraverso il riconoscimento del valore del lavoro ma attraverso la corruzione e la mercificazione del corpo femminile. E allora è davvero un lieto fine? Forse lo è solo per chi accetta il cinismo delle regole che svela Billy Wilder.

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