martedì 28 ottobre 2008

Maratona di Venezia!



Non posso smentirmi, neanche quando mi preparo per un avvenimento, in questo caso la mia prima maratona di Venezia, per mesi…

Infatti l’inizio della giornata non è dei migliori. La sveglia alle 5 e 20, perfettamente programmata, divisa da corsa pronta dalla sera prima. Mentre faccio colazione mi dico: “Sono già le sei meno cinque… Fra 29 minuti ho il treno”. Segue momento di panico. Allora mangio gli ultimi due biscotti, defeco celermente, mi infilo rapidamente pantaloni della tuta, li tolgo perché mi ero scordato di mettere i pantaloncini, infilo tutto nella mitica “sacca per gli indumenti personali" fornita dall’organizzazione e mi fiondo sulla bici. Sono le 6 e 17… Arrivo in stazione già sudato e mi avvento sulla biglietteria automatica. Faccio velocissimo e sento il treno già arrivare sul binario… Cerco di pagare ma la maledetta non accetta più banconote… Non ho scelta, salgo senza biglietto… Mi ci vuole poco per entrare in clima maratona, sul treno ci sono altri due con la sacca arancio in bella vista… Per fortuna Mestre è vicina e non si vede controllore…

Alla stazione di Mestre mi si presenta una folla di maratoneti. C’è di tutto dal quasi punk al fighetto iperfirmato. Per non sbagliare ridefeco, e maledette siano le turche. Di fronte al piazzale della stazione ci mettiamo in fila, nel senso di casino completo, per aspettare e navette per Stra, alla partenza…

Dopo un viaggio a dir poco stipato arriviamo alla zona di partenza e… Sorpresa, villa pisani è semplicemente meravigliosa! Vedere per credere:


La grande scoperta che faccio è che i maratoneti sono dei gran piscioni: tutti pisciano ovunque, i bagni predisposti sono stracolmi e neanche le mura di Villa pisani vengono risparmiate… Naturalmente io mi adeguo.

Lascio la sacca con i miei indumenti personali all'organizzazione, che la trasporterà all’arrivo. Almeno lei ci arriverà a Venezia!

I maratoneti sono davvero di tutti i tipi, dall’ultraprofessionale che fa un riscaldamento che già mi metterebbe al tappeto, al menefreghista che fa caciara con gli amici. Io mi limito ad un blando allungamento muscolare… Alle nove meno 10 è il momento di entrare nei cancelli: il mio pettorale mi impone di entrare nel cancello viola, quello dei pipponi. Ormai è tutto pronto. Lo sparo non si sente neanche da dove siamo noi, e quindi partiamo sulla fiducia. A dire il vero quasi tutti cominciano a correre ancora prima della linea di partenza mentre io aspetto l’inizio ufficiale. Il risultato è che mi ritrovo ultimo. Ogni tanto mi volto ma vedo solo uno stuolo di ciclisti che mi compatisce. Ma io non vado nel panico e continuo con il ritmo blando che mi ero prefissato. Intorno al secondo chilometro sorpasso un vecchietto sovrappeso. Non rimarrà nella storia dell’atletica leggera ma è pur sempre il mio primo sorpasso! In ogni caso il pubblico è affettuoso anche con noi “Bravi anca voialtri!” “l’ultima z’è la più bela” quest’ultimo non rivolto a me ma alla signorina che stavo superando. Pian piano trovo il ritmo e soprattutto mi godo il paesaggio. I primi 15 chilometri, lungo il fiume Brenta sono davvero belli, tutti un susseguirsi di belle ville, masserie e giardini. Sicuramente d’accordo con me è un simpatico signore che interpreta la maratona in maniera turistica; macchina fotografica in mano e di corsa da un monumento all’altro. Ci sorpassiamo diverse un sacco di volte, fino a quando non lo vedo più…

Fra il quinto e il decimo chilometro ho ormai un passo in linea con quello che mi ero prefissato: 6 minuti e 50 secondi al chilometro. Comincio a superare con una certa regolarità. Qualcuno intuisce e mi grida “lo so che ti stai conservando per dopo!” “Li riprendo tutti!”, rispondo. I più contenti sono i bambini, che sono sempre pronti a darti il cinque, ma tutta l’atmosfera è magica, vista anche la giornata meravigliosa. Dopo il decimo raggiungo i pace-makers delle 5 ore. Ciò significa che se voglio arrivare intorno alle 4 ore e 50 minuti devo superarli. Pian piano mi porto in testa al gruppo li stacco. Un po’ mi dispiace perché intorno a loro si era creato un gruppo caciarone che salutava ogni chilometro con un fragoroso “olè!”

Sono al chilometro 15 e tutto va bene. Il ritmo è costante, il rifornimento arriva sempre al momento giusto e gli spugnaggi sono sempre freschi e il ginocchio, che mi dava un po’ di fastidio negli ultimi allenamenti, tace. Intorno al ventesimo decido di mangiare una delle bustine di “Energy gel” che avevo comprato. Sono anche buone. Dal punto di vista psicologico non è un gran momento. Siamo in una zona industriale (marghera dice niente?) e il pubblico è assente, si vedono solo dei vecchietti che pescano e davvero non so nei canali di Marghera quale creatura si possa prendere.

Arriva la mezza maratona! Sto correndo da due ore e venticinque, più meno. Sull’autobus vedo un signore che mi sembra proprio il maraturista… A furia di fare scatti si è fuso, ci credo!


Arriviamo a Mestre, e devo dire che mi aspettavo un po’ più di calore in città. Ma va bene, d’altronde hanno già visto passare 4000 persone da ormai tre ore…

Ma intanto… Vedo il maraturista! Allora non si era ritirato! Lo supero senza pietà. E mi risupera dopo pochi metri, per quanto a un ritmo di poco migliore del mio. È stata forte la tentazione dello sgambetto. Attraversiamo il sottopasso della stazione di Mestre (momento paesaggisticamente altissimo) e ci dirigiamo verso il Parco di San Giuliano. Prima di entrare nel parco ho la soddisfazione di superare ancora il maraturista, e questa sarà la volta buona!

Il parco San Giuliano è in un certo senso il cuore pulsante della maratona Lì c’è la fiera dello sport che si svolge in concomitanza della corsa, lì abbiamo ritirato i pettorali. E da lì vediamo Venezia, lontana ma ormai a portata di gamba. Al chilometro 28 più o meno, entriamo al parco, con un bel cavalcavia spaccagambe. In realtà è tutto il parco che si rivela una brutta bestia, con i suoi saliscendi continui e il vento contrario.



Per la prima volta mi domando quanti chilometri ci sono alla fine. Ma è il vento che mi preoccupa di più, visto che usciti dal parco ci attende il famigerato Ponte della Libertà, quattro chilometri di puro rettilineo, che collegano la terraferma con Venezia dove il vento contrario può davvero fare male… Ma ho anche un’altra paura: il famoso Muro dei del trentesimo chilometro A questa distanza, mediamente, il carburante di qualità del corpo, i carboidrati, finiscono e si devono bruciare i grassi, con conseguente decadimento del ritmo o ritiro.

Inizio il ponte con il doppio timore del ponte e del muro. Qui si vedrà la qualità del tuo allenamento vecchio mio.

Intanto il ponte è iniziato e il muro non arriva. Riesco a tenere in ritmo e a superare un bel po’ di gente.



Alla fine entrambe si rivelano paure esagerate, anche se alla fine del ponte ho un piccolo momento di affaticamento. Infatti mi risupera, non il maraturista, ma una ragazza che avevo superato sul ponte. La maledetta ha un bel ritmo non c’è ce dire.

Ma intanto la bellezza di Venezia si impone. Gli ultimi quattro chilometri sono semplicemente spettacolari. Correre sulle zattere con la Giudecca sullo sfondo è fantastico. Però è devastante, con i 14 ponti con una pendenza fra il cinque e l’otto per cento con più di quattro ore di corsa nelle gambe. Ormai quasi tutti camminano. Vedo anche la ragazza riccia di prima ferma… Ormai la stanchezza non la sento più, mancano poche migliaia di metri. L’ultimo rifornimento, giusto per rinfrescarsi e bagnarsi e poi verso il traguardo! Il profumo dell’arrivo non galvanizza solo me e la ragazza riccia mi risupera… Sarà mica la figlia del maraturista?! Prima del chilometro 40 la risupero e stavolta a velocità doppia (si fa per dire).

In questo video si vede è la ragazza che passa subito dietro di me con pettorale F389… Così verificate che non dico cazzate…



Gli ultimi due chilometri sono in assoluto i più belli, ormai nei pressi di San Marco e con i turisti che applaudono (e i bambini che battono il cinque). Ormai non si misura più la distanza dell’arrivo in chilometri ma in ponti. Devo ammettere che ad un certo punto sembrano non finire mai. E allora l’ultimo sforzo, che in pratica mi porta a fare una vera volata (per quanto le gambe possano essere d’accordo…).

L’ultimo ponte è una catapulta verso il traguardo e magicamente di nuovo tutti corrono. Ormai sto per tagliare il traguardo, accompagnato dalle note dell’inno americano… Se ci fate caso ad un certo punto ho un lieve gesto di disappunto…



Ecco. Ce l’ho fatta! 4’41’’58 dice il cronometro… Sono stanco ma non morto. All’arrivo mi staccano il chip dal pettorale mi danno un telo di plastica per coprirmi e la medaglia che certifica: finisher. Mi danno anche una busta con frutta acqua e integratori e soprattutto il buono per il pasta party! Recupero la sacca personale. Mi cambio, avviso chi di dovere di essere ancora vivo e vado a mangiare! Mai premio fu più meritato…

L’arrivo della maratona ha un che di surreale. Facce stravolte ma felici, per essere semplicemente arrivate al traguardo… Gente a dormire o semplicemente a riposare sdraiata ovunque, morta o rinata. Dopo ci aspettava il vaporetto per Venezia Tronchetto, e da lì il bus per Venezia Mestre.

Arrivo a casa alle 17.00 stanco (e con ancora la medaglia al collo, che toglierò solo prima di fare la doccia) ma con il pensiero fisso alla prossima maratona di Venezia.








venerdì 10 ottobre 2008

Presentazione

In questi casi credo si debba scrivere un primo post bello e interessante, che faccia venire a me la voglia di continuare a usarlo e a chi di voi avesse avuto la sventura di imbattersi in questi lavori in corso di ritornare.
A quanto pare il must del blogger provetto è infarcire il proprio blog di citazioni colte, letture dotte, ed esibizioni varie del proprio spirito brillante
-Ecco che subito fa l'ironico e il sardonico... Se ti pesava così tanto fare questo cazzo di blog potevi non farlo, e andartene a dormire, invece di stare fino a mezzanotte a scrivere...-
Questo è il mio alter ego, -piacere- che ogni tanto mi fa visita e si diverte a prendermi per il culo in tutto quello che faccio.
Cercherò di non farmi distrarre e portare a termine la mia fatica...
- Beh, sarebbe ora, visto che in genere non riesci a finire neanche un cruciverba-
mmhhh, ma si può vivere così? - Va bene, sto zitto, a te la parola, blogger!-
Allora, dicevo che bisogna esordire con un bel post che funga da presentazione. Per affrontare l'arduo compito che mi aspetta non posso che invocare l'aiuto delle Muse, quelle gran fighe, e l'aiuto di tutti i personaggi sordidi e poetici che affolleranno, spero, questo blog. Invoco l'aiuto dei poeti cialtroni e imbroglioni, dei musicisti ubriachi e pervertiti, delle orchestre di mariachis, dei folli dietro la macchina da presa, invoco santa Maradona e i numi del pallone
-tutto sto pistolotto per dire che ci ammorberai con "recensioni" non richieste su musica letteratura e di tutto lo scibile umano?-
Ma non avevi detto che saresti stato zitto?
-quando è troppo è troppo, mio caro, dai comunque, continua, voglio proprio vedere dove andrai a parare-
Perchè lo spirito del blog, chissà, forse è proprio quello, di scrivere, semplicemente perchè si ha voglia, di cosa si ha voglia, e q
uando si ha voglia...
-allora mi sa che non durerai a lungo...
Bastardo... Scommettiamo?
-Che scommettiamo?
MI offri una pizza se nel prossimo mese scrivo almeno 10 (dieci) post...
-Accetto! Allora, da domani scrivi?
Mi sa che domani non ho tempo..
-Panza mia fatti capanna...